Cos’è l’endometriosi

L’endometriosi è una patologia ginecologica multifattoriale molto frequente nelle donne in età fertile ma sottodiagnosticata, coinvolge infatti 3 milioni di donne in Italia.

Le cellule del rivestimento uterino proliferano dove non dovrebbero, causando infiammazione cronica e dolori perché si va a formare del tessuto uterino là dove non ci dovrebbe essere. Il fatto che il tipo di tessuto sia questo, ci da indicazione che è sensibile all’azione degli ormoni.

Questa condizione non deve essere trascurata, perché oltre a dolore cronico e altri disturbi, può portare a infertilità, aborti spontanei e menopausa precoce.

Il sintomi principali dell’endometriosi sono:

  • Dolore, che può esser invalidante a tal punto da compromettere la qualità della vita. Si percepisce soprattutto in zona pelvica e durante il ciclo. Ci può essere anche dolore intermestruale a livello ovarico. Dolore lombare, dolore durante e dopo i rapporti col partner, dolore all’evacuazione.
  • Sintomi della sindrome dell’intestino irritabile: gonfiore, alvo alterno
  • Stanchezza cronica

Solo in pochi casi è asintomatica

Alimentazione ed Endometriosi

Esiste una relazione tra dieta ed endometriosi, dimostrata da vari studi. Questo perché l’alimentazione può:

  • Agire sul sistema immunitario per contrastare la patologia
  • Giocare un ruolo importante per ridurre l’infiammazione
  • Aiutare a diminuire il dolore
  • Diminuire la stanchezza
  • Migliorare la fertilità

Quindi l’alimentazione sarà improntata soprattutto sull’aumento di cibi antiinfiammatori, sull’evitare quelli infiammatori, contenenti ormoni o sostanze che ne mimano l’azione in modo da ridurre gli estrogeni in circolo. Si parla proprio di dieta anti-endometriosi.

  1. Consumare più fibre: frutta, verdura, legumi, cereali integrali: Infatti è stato osservato che le donne con alimentazione povera di carne rossa (studio prospettico di coorte condotto su 81.908 partecipanti ha riscontrato un aumento del rischio del 56% nelle donne che consumavano più di 2 porzioni al giorno di carne rossa rispetto a coloro che ne consumavano meno di una porzione a settimana) e grassi saturi in favore di verdure e frutta a grassi polinsaturi hanno minor rischio di sviluppare la patologia. Non eccedere neanche con le carni bianche sempre meglio da animali allevati a terra senza l’uso di farmaci.
  2. Ridurre il consumo di alimenti di origine animale in favore di quelli di orine vegetale. In generale meglio le carni bianche e magre rispetto a quelle rosse e grasse. Consumare piccole quantità di latte e derivati, optare piuttosto per latte vegetale (non di soia) e nel caso ricotta di pecora o capra (più l’animale è piccolo minor quantità di fattori di crescita e ormoni si ritrovano nel suo latte). Se poi voglio concedermi qualcosa meglio latticini a basso tenore di grassi
  3. Bilanciamento omega 3 e omega 6. Dai questi grassi derivano dei mediatori dell’infiammazione: le prostaglandine, dalla serie 3 antinfiammatorie dalla serie 6 proinfiammatorie. Il problema della “western diet” è proprio uno sbilanciamento con un rapporto acidi grassi omega 3 – omega 6 di 1 a 13: per bilanciare bisogna consumare più pesce (salmone, sgombro, sardine) frutta secca e semi oleaginosi. Diminuire le fonti di omega 6 soprattutto nei cibi pronti/confezionati (merendine, biscotti prodotti da forno. Fare attenzione alle carni che acquistiamo, infatti il contenuti in grassi della carne dipende da come l’animale è allevato e nutrito (negli allevamenti intensivi il contenuto è nettamente peggiore ripetto all’allevamento al pascolo)
  4. Buon apporto di nutrienti antinfiammatori e antiossidanti: vitamina A (kiwi), vitamina C (agrumi), vitamina E (olio extravergine di oliva spremuto a freddo) magnesio (verdure). Tanti nutrienti che si ritrovano in spezie ed erbe aromatiche (curcuma e zenzero, ma anche prezzemolo, origano, rosmarino basilico…). Assicurarsi sempre di consumare verdure crude. Altra indicazione è quella di usare l’acqua di cottura delle verdure per cuocere carne, pesce o pasta e cereali in modo da recuperare parte di ciò che si disperde nell’acqua.
  5. Evitare gli interferenti endocrini: sono sostanze in grado di interferire col nostro sistema ormonale. Presenti naturalmente o per azione umana negli alimenti: soia contiene fitoestrogeni ad esempio, pesci di grossa taglia come tonno e spada hanno quantità importanti di mercurio, prodotti conservati in latta (meglio il vetro), pesticidi. Il ginseng contiene sostanze simili agli estrogeni e può interferire coi farmaci. Olio di lino e semi di lino hanno buone quantità di fitoestrogeni. Sempre in quest’ottica informarsi prima di assumere integratori o farmaci. Tra gli interferenti endocrini c’è anche il bisfenolo A, componente di alcune plastiche (non quelle per le bottiglie di acqua), quindi bisogna fare attenzione a quali contenitori/materiali entrano a contatto con gli alimenti : è stato vietato l’impiego del bisfenolo in tutti i prodotti per bambini (biberon, ciucci…)
  6. Se ci sono sintomi della sindrome dell’intestino irritabile può essere utile un’alimentazione low fodmap (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols” ovvero Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi Fermentabili e Polioli)
  7. Bisogna fare attenzione agli zuccheri semplici, ai latticini ed al carico glicemico dell’intero pasto o spuntino impostando un’adeguata ripartizione dei carboidrati, perché picchi di insulina causano infiammazione. In più livelli alti di insulina sono legati a livelli più bassi di SHBG (globulina legante gli ormoni sessuali) e quindi sono più elevati gli estrogeni liberi.
  8. Assicurarsi un buon apporto di calcio, magnesio e vitamina D. Come fonte di calcio è molto importante anche l’acqua che viene bevuta. Questo per evitare la demineralizzazione ossea che alcuni farmaci per l’endometriosi possono indurre. La vitamina D inoltre ha capacità anti proliferative, immunomodulanti e antinfiammatorie ed è fondamentale per la fertilità (valori suggeriti tra 50 e 60ng/ml, da controllare con analisi ematiche. Difficilmente si copre il fabbisogno di vitamina D con l’alimentazione, ma è necessaria un’esposizione ai raggi solari (sempre con protezione) che ne stimola la produzione a livello cutaneo, spesso è necessario l’utilizzo di integratori, soprattutto in autunno/inverno

Ultimo punto, ma forse il più importante:

l’alimentazione si deve adeguare ad ogni donna, ai suoi sintomi, alla sua storia clinica ma anche al suo vissuto e alle sue esigenze famigliari-lavorative-sociali.

Infine anche lo stile di vita gioca un ruolo importante: stile di vita sano ed attività fisica regolare sono altri punti utili. Lo sport favorisce i deposito di calcio nelle ossa, riduce i livelli di estrogeni circolanti e causa il rilascio delle endorfine, antidolorifici naturali.

Endometriosi: farmaci e integratori

Per i farmaci e gli integratori da usare l’indicazione deve venire da chi vi sta seguendo dal punto di vista medico o da personale sanitario formato in questa direzione.

A livello di farmaci si utilizzano pillole anticoncezionali, come integratori l’obiettivo e sfiammare. Infine ci sono casi in cui è necessario intervenire chirurgicamente.

Consigli pratici

Cosa preferire e aumentare:

  • Verdure: contengono moltissime fibre, antiossidanti ,vitamine e sali minerali e aiutano ad eliminare le scorie dall’organismo;
  • Cereali integrali: rispetto a quelli raffinati contengono iù fibre, proteine e nutrienti, variare il più possibile tra quelli con e senza glutine
  • Legumi: contengono proteine e carboidrati e fibre
  • Frutta: è piena di vitamine e fibre; preferire però quella meno zuccherina e se ci sono sintomi a livello intestinale va esclusa la stessa che esclude la dieta low fodmap. Si può associare con frutta secca in modo da tenere sotto controllo il picco glicemico
  • Semi oleosi: per il loro alto contenuto di Omega 3 e ferro, no semi di lino per contenuto in fitoestrogeni
  • Pesce azzurro e salmone: per il contenuto in omega 3
  • Olio extravergine di oliva spremuto a freddo: grassi e vitamina E
  • Frutta secca: noci, noci pecan, mandorle, anacardi…omega 3 e sali minerali
  • Avocado

Cosa ridurre:

  • Carne: la carne rossa è da ridurre al minimo, va preferita la carne bianca di origine e allevamento controllato
  • Latticini: sono concessi ma è bene ridurli al minimo per la presenza di caseina e lattosio.
  • Glutine: sebbene non sia da eliminare completamente, è bene ridurlo, variando il più possibile tra cereali naturalmente privi di glutine o usando cereali integrali conteneti glutine

Cosa eliminare:

  • Alimenti industriali: merendine, patatine, barrette, biscotti, bevande zuccherate, prodotti confezionati…
  • Alcol
  • Ginseng per azione similormonale
  • Caffeina
  • Prodotti caseari di origine animale di allevamento non controllato: per il loro alto contenuto di ormoni e antibiotici, fattori di crescita, caseine…consiglio piuttosto latte vegetale o latte e latticini di capra o pecora
  • Prodotti contenenti soia: (salsa di soia, tofu, seitan, edamame..) per il loro contenuto di fitoestrogeni
  • Farine bianche e prodotti da forno raffinati
  • Grassi saturi
  • Zucchero bianco
  • Dolci altamente zuccherini
  • Avena e segale per il loro alto contenuto di estrogeni

Bibliografia:

Yamamoto A. et al., “A prospective cohort study of meat and fish consumption and endometriosis risk”, Am J Obstet Gynecol. 2018 Aug.
Harris HR et al.  “Fruit and vegetable consumption and risk of endometriosis”, Hum Reprod. 2018 Apr
Moore JS et al., “Endometriosis in patients with irritable bowel syndrome: Specific symptomatic and demographic profile, and response to the low FODMAP diet”, Aust N Z J Obstet Gynaecol. 2017 Apr.
Jurkiewicz-Przondziono J et al., “Influence of diet on the risk of developing endometriosis”, Ginekol Pol. 2017.
Cermisoni GC et al., “Vitamin D and Endometrium: A Systematic Review of a Neglected Area of Research”, Int J Mol Sci. 2018 Aug.

Fondazione Italiana Endometriosi

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