Perfino gli antichi romani avevano capito che l’acqua può portare benefici al nostro organismo. Attraverso bagni e inalazioni l’acqua termale agisce dall’esterno sul nostro corpo, ma troppo spesso ci dimentichiamo che anche l’acqua che beviamo ha effetti dall’interno e noi possiamo gestirli sia con la quantità sia con la qualità. Nel corso della giornata una persona sana dovrebbe bere almeno 1,5-2 litri d’acqua, non solo ai pasti. Bisognerebbe cominciare con un paio di bicchieri al mattino a digiuno. Questo aiuta ad avere una corretta idratazione con effetti sulla depurazione dell’organismo, sull’elasticità della pelle, sulla ritenzione idrica ( più acqua si beve più se ne elimina, oltre ad avere una funzione fondamentale per eliminare tossine e prodotti di scarto dall’organismo) e sulla regolarità intestinale. L’acqua è una componente di base del corpo umano ed è fondamentale per i processi metabolici. In effetti nelle più recenti piramidi alimentari l’acqua è alla base dell’alimentazione. Cosa sono le acque minerali? Il Ministero della Salute riconosce a queste acque caratteristiche favorevoli alla salute, cioè svolgono azioni biologiche capaci di influenzare processi fisiologici, parafisiologici o patologici dell’organismo. Le proprietà di cui sono dotate, dipendono non solo dal tipo di sali disciolti ma anche dalla loro quantità. Il trattamento idropinico consiste nel bere una certa quantità di una o più acque minerali, in determinate condizioni di temperatura, orario e tempo, secondo precisa prescrizione medica. Non esiste un’acqua ideale ma l’acqua più indicata alle esigenze di ciascuno di noi o l’acqua che maggiormente incontra il nostro gusto personale. Prima di tutto bisogna imparare a conoscere l’acqua che beviamo e quindi a leggere le etichette su cui si trovano tutte le informazioni. La mineralizzazione delle acque è il risultato dell’incontro di esse con determinati elementi minerali nel corso del loro tragitto sotterraneo. Quanto più lungo è il ciclo sotterraneo, tanto maggiore può essere la mineralizzazione dell’acqua, in relazione alla solubilità dei minerali incontrati. Le tante acque minerali in commercio sono diverse tra loro, come le impronte digitali che possono essere simili ma non ne esiste una identica all’altra. Questo dipende dal differente ”mix” di sali minerali ed oligoelementi che caratterizza la loro composizione.

Possiamo classificare le acque minerali in base al loro contenuto in Sali minerali in:

“minimamente mineralizzata” (9%): residuo fisso non superiore a 50 mg/l), è un acqua “leggera” che stimola la diuresi ed è particolarmente indicata per la ricostituzione del latte ed alimenti in polvere dei neonati.

“oligominerale”o “leggermente mineralizzata” (56%): residuo fisso non superiore a 500 mg/l, favorisce la diuresi, contiene poco sodio e quindi è indicata per problemi dell’apparato uro-escretore (nei casi di urolitiasi e di ipertensione).

“mineralizzata” (24%): residuo fisso compreso tra 500-1500 mg/l, è utile in estate o durante la pratica di attività sportive, perché consente di reintegrare i liquidi ed i sali minerali persi con la sudorazione ed è indicata per disordini funzionali dell’apparato gastro-enterico.

“ricca di sali minerali” (11%): (residuo fisso superiore a 1500 mg/l): è un’ acqua con composizione salina anomala, da bere sotto controllo medico, indicata per stati di carenze minerali specifiche.

ACQUE BICARBONATE se il tenore di bicarbonati superiore a 600 mg/litro

ACQUE SOLFATE se il tenore di solfati superiore a 200 mg/litro

ACQUE CALCICHE se il tenore di calcio  superiore a 150 mg/litro

ACQUE MAGNESIACHE se il tenore di magnesio superiore a 50 mg/litro

ACQUE FLUORATE : se il contenuto in fluoro magnesio maggiore di 1,0 mg/litro

ACQUE FERRUGINOSE : se il contenuto in ferro bivalente  maggiore di 1,0 mg/litro

ACQUE CLORURATE : se il tenore di cloruri  superiore a 200 mg/litro

ACQUE SODICHE se il tenore di sodio superiore a 200 mg/litro

ACQUE POVERE DI SODIO : se il contenuto in sodio  minore di 20 mg/litro

ACQUE ACIDULE se il tenore di CO2 superiore a 250 mg/litro

  • Per favorire la digestione conviene scegliere le acque bicarbonato calciche a residuo medio-alto che influiscono positivamente sui disturbi digestivi sia in virtù dell’effetto tampone svolto sullo stomaco sia per l’azione stimolante la motilità intestinale e la secrezione biliare.
  • Le acque salso-solfate, solfato-calciche ed anche talune bicarbonato-calciche, agendo sulla velocità di transito intestinale e sulla escrezione degli acidi biliari con le feci, hanno un’azione ipolipemizzante e possono contribuire ad una riduzione del colesterolo.
  • Nei disordini funzionali delle vie biliari sono indicate le acque solfate in quanto in grado di determinare un aumento della produzione della bile, ma soprattutto della componente acquosa, fluidificandola.
  • Per i problemi dell’apparato uro-escretore sono da preferire acque oligo e minimamente mineralizzate.
  • Il basso contenuto salino favorisce un potenziamento quantitativo della diuresi che risulta più abbondante ed immediata rispetto all’impiego di altre tipologie di acqua, in particolare sono da preferire le bicarbonato-calciche a basso contenuto di sodio.
  • Le acque ferruginose sono indicate nei casi di anemia sideropenica.
  • Un basso apporto di sale è alla base di ogni dieta prescritta ad un soggetto iperteso. In questo caso è opportuno utilizzare acque con meno di 20 mg/l di sodio,.
  • Per l’intestino pigro il trattamento richiede, oltre a un costante apporto di fibre, un’acqua ricca di sali, in particolare solfati e magnesio.
  • Le acque ricche di fluoro hanno un’azione positiva sui denti. Acque troppo ricche di fluoro, tuttavia, possono dare problemi. Un uso prolungato di acque contenenti oltre 1,5 mg/l di fluoro può essere controproducente (potrebbe causare una fluorosi)
  • Dal 2004, infatti, la legislazione vigente ha disposto, per le acque che superano tale limite, di riportare l’avvertenza in etichetta.
  • Per il bambino qual è l’acqua giusta?
  • Minimamente mineralizzata quando serve per la ricostruzione del latte in polvere. Oligo e mediominerale, preferibilmente bicarbonato-calcica, per il normale apporto idrico. Importante che il contenuto di nitrati sia inferiore a 10 mg/l.
  • Per gli anziani qual è l’acqua giusta?
  • Per l’anziano l’importante è bere, vista la sua tendenza a non sentire il richiamo della sete. Il tipo di acqua può variare a seconda delle eventuali affezioni che egli presenta.
  • In linea di massima vanno privilegiate acque oligo e mineralizzate, bicarbonato-calciche, a basso contenuto di sodio.
  • Perla gravidanza: Acqua oligominerale con residuo fisso non superiore a 200 mg/l, da alternare con un’acqua a media mineralizzazione(con RF di almeno 500 mg/l), calcica e/o ferruginosa, sempre con bassi valori di nitrati (al di sotto di 10 mg/l).
  • Per l’allattamento: Alternare un’acqua oligominerale con una a media mineralizzazione, preferibilmente calcica e/o ferruginosa e con nitrati non superiori a 10 mg/l
  • Nell’alimentazione di uno sportivo, l’apporto idrico è di fondamentale importanza. Consente di equilibrare le perdite d’acqua e rappresenta un veicolo naturale di sali minerali indispensabili per una buona preparazione fisica e per un miglior rendimento. Prima di iniziare l’attività fisica, per una corretta pre-idratazione, andrebbero assunti 500-700 ml di acqua mineralizzata (bicarbonato-alcalina), almeno una-due ore prima dell’allenamento o della competizione. In competizioni come maratona e ciclismo occorre bere piccoli sorsi d’acqua circa ogni 15-20 minuti. Sono tassativamente vietate bevande gassate o ghiacciate. Nello sportivo sono da prediligere acque bicarbonato-calciche, a medio-alta mineralizzazione, che, oltre ad integrare la perdita di sali, esercitano anche un effetto tampone sull’acido lattico prodotto dai muscoli durante l’esercizio fisico, contribuendo ad innalzare la resistenza alla fatica e ad accelerare la fase di recupero post-gara. Le acque minerali a medio-alto contenuto salino sono ideali per chi pratica sport o svolge attività che comporti sudorazione e quindi perdita di acqua e di sali: si tratta di integratori naturali.

 

Le acque gassate sono addizionate o naturalmente ricche di CO2

Nelle diete ipocaloriche talora si suggerisce di bere acqua non gassata per evitare il possibile stimolo provocato dall’anidride carbonica sulla secrezione e sulla motilità gastrica e, quindi, il rischio di stimolare l’appetito. Per l’acqua gassata non esistono vere e proprie controindicazioni; solo chi soffre di meteorismo e di fermentazioni intestinali (potrebbe causare gonfiore) o chi già ha una ipersecrezione gastrica farebbe meglio a evitare le bollicine, per tutti gli altri non ci sono problemi.

 

Gli effetti che le acque possono avere sul nostro organismo sono quindi varie:

  • Bicarbonata: azione anti-infiammatoria e di facilitazione dei processi digestivi. Indicata nello sport e nelle dispepsie gastriche.
  • Solfata: contribuisce a favorire la digestione e a stimolare le vie biliari.
  • Calcica: indicata nella crescita e nei casi di osteoporosi e di ipertensione.
  • Magnesiaca: il magnesio è un elemento utile per il sistema nervoso e l’apparato muscolare; ha un’azione antistress e un effetto dilatante sulle arterie.
  • Ferruginosa: indicata nelle anemie da carenza di ferro.
  • Acidula: facilita la digestione, aumentando la secrezione e la motilità gastrica.
  • Sodica: indicata in stati di carenze specifiche e nell’attività sportiva.
  • Acqua a basso contenuto di sodio: indicata per le diete povere di sodio, raccomandata nelle patologie cardiovascolari.
  • Fluorata: utile per la prevenzione delle carie dentali.

 

Un soggetto sano può bere qualsiasi acqua o scegliere quella che meglio si adatta al suo stile di vita. Conviene, però, variare, scegliendo un’acqua più mineralizzata d’estate quando si suda maggiormente o quando l’attività fisica è più intensa.

I nitrati sono indice d inquinamento e precursori di sostanze cancerogene. La normativa che regola le acque minerali ammette un limite di 45 mg/l e raccomanda valori inferiori a 10 mg/l per bambini e gestanti.

Introdurre molta acqua, preferibilmente a basso contenuto di sali, aumenta la diluizione delle urine, inibendo lo sviluppo e l’accrescimento dei calcoli renali, e riduce i fenomeni infiammatori delle vie urinarie.

La durezza di un’acqua è espressa dal suo contenuto di calcio e magnesio ed è riportata in gradi francesi (°F).

  • acque dolci: durezza inferiore a 15°F;
  • acque medio-dure: durezza compresa fra 15° e 35°F;
  • acque dure: durezza superiore a 35°F.

 

E’consuetudine consigliare ai soggetti affetti da litiasi renale una dieta ipocalcica al fine di evitare recidive, anche se studi prospettici hanno evidenziato come un elevato apporto di calcio non si accompagni ad un aumentato rischio di calcolosi renale. Le acque dure possono contribuire ad integrare l’apporto di calcio nel nostro organismo, in percentuale pari se non superiore a quello fornito dai latticini e svolgono un’azione positiva nelle malattie cardiovascolari. E’ utile l’impiego di acque ricche di calcio nei casi di osteoporosi.

Quindi la prossima volta che berrete un bicchiere d’acqua pensate a quali benefici potreste apportare al vostro organismo scegliendo l’acqua più adatta a voi.