1 italiano su 3 ha l’infezione da Helicobacter Pylori

Spesso è asintomatica e solo col tempo manifesta i suoi sintomi, soprattutto se la mucosa gastrica è infiammata.

Cos’è l’ Helicobacter Pylori?

È un batterio che trova un habitat ottimale nello stomaco, spesso vi si annida fin dall’infanzia, per poi manifestarsi in modo problematico solo in seguito. Questo microrganismo riesce a colonizzare la mucosa gastrica grazie alla sua forma a spirale, che ne permette la penetrazione e grazie alla produzione di ureasi, proteasi e fosfolipasi, enzimi che danneggiano la mucosa, in particolare l’ureasi causa produzione di ammoniaca che è tossica per l’epitelio gastrico.

Cosa causa l’Helicobacter pylori?

Il danno della mucosa gastrica sembra essere sia effetto ma anche causa dei sintomi. Questo perché l’infiammazione data da una scorretta alimentazione o stile di vita (fumo, stress…) crea un ambiente ancor più favorevole in cui l’Helicobacter causa ulteriori alterazioni peggiorando così la sintomatologia: pirosi, gastrite, gonfiore, sonnolenza post-prandiale, nausea, dolori addominali, meteorismo tutti di diversa entità, fino ad arrivare anche ad una importante ed improvvisa perdita di peso. L’azione sullo stomaco può portare allo sviluppo di gastrite cronica e quindi di ulcere e infine all’ ipotesi più grave di carcinoma gastrico (secondo la World Health Organisation l’infezione da Helicobacter Pylori è il fattore di rischio principale per questo tipo di tumore.).

Alcuni dei sintomi sono molto comuni e generici, ma non vanno sottovalutati, date le conseguenze dell’infezione!!

Come si diagnostica l’infezione da Helicobacter Pylori?

  • UREA BREATH TEST: è un metodo un po’ costoso e che può dare falsi negativi in caso di recente assunzione di antibiotici o farmaci contro l’acidità di stomaco (inibitori di pompa). Si basa sull’ attività dell’enzima ureasi di produrre urea, poi misurata nel respiro…normalmente si esegue al mattino, dopo un digiuno di almeno 6 ore e con l’assunzione di una soluzione di urea marcata con carbonio 13.
  • EMATOCHIMICA: si possono cercare nel sangue anticorpi contro l’ Helicobacter con un semplice prelievo ematico, non viene usato spesso, perché non permette di verificare se l’infezione è in corso o avvenuta in precedenza.
  • TEST SULLE FECI: è il più pratico e più consigliato al momento.Si può fare sia in laboratorio che con autotest da fare a casa su un campione di feci, basta poco tempo. Si ricerca un antigene: se positivo l’infezione è in atto se no, il batterio non è presente. Quindi è usato sia per la diagnosi che per il controllo dell’avvenuta eradicazione dopo la terapia. È un modo semplice ed adatto a tutti.
  • BIOPSIA IN SEGUITO A GASTROSCOPIA: è un metodo invasivo e poco accurato, perché il batterio di solito non è presente in maniera uniforme su tutta la mucosa gastrica e quindi può dare falsi negativi. Si usa solo in casi complessi o se è necessario un approfondimento ulteriore.

Come si cura l’infezione da Helicobacter Pylori?

Questo problema non si risolve da solo, ma serve una terapia antibiotica specifica ed anche nei casi asintomatici è meglio trattare l’infezione per eradicarla. Ci sono protocolli specifici, anche se negli ultimi anni si è verificato un aumento di antibiotico-resistenza. Proprio per questo è sempre necessario verificare al termine della cura l’effettiva eradicazione.

Non solo farmaci!

È fondamentale aiutare la mucosa gastrica a riequilibrarsi dopo l’infezione e l’infiammazione quindi alimentazione e stile di vita sono fondamentali sia a scopo preventivo che curativo:

Alimenti da preferire:

  • Verdura e frutta di stagione: ricchi di provitamina A che riduce l’iperacidità (albicocca, banana, barbabietola, carota, melone, zucca) e con proprietà cicatrizzanti (come il cavolo, i cavolini di bruxelles, i broccoli)
  • Cibi con attività antimicrobica: aglio, porro, zenzero
  • Cibi fermentati (aiutano il sistema immunitario, la flora batterica intestinale e sono antiossidanti): yogurt, kefir, miso, crauti, pane integrale con lievito madre
  • Tra cereali e pseudo-cereali preferire comunque quelli integrali ed in particolare il miglio e l’orzo
  • Tra i legumi prediligere quelli più facili da digerire: fagioli azuki e ceci
  • Per l’apporto in acidi grassi buoni scegliere oli vegetali spremuti a freddo: oliva, lino, canapa, cartamo, sesamo. Inoltre l’olio di germe di grano è fonte importante come l’olio extravergine di oliva, di vitamina E: valido aiuto con la vitamina A per l’integrità dell’epitelio gastrico.
  • Semi oleosi
  • Erbe aromatiche
  • Come bevande: centrifugati di frutta e verdura, tisane ed infusi purché non zuccherati, robois e tè bancha kukicha

Alimenti da tenere sotto controllo:

  • Zucchero di canna, come dolcificante preferire la stevia o la lippia, oppure malto di mais, di orzo o di riso.
  • Fonti di glutine.
  • Tè comune, tè verde, caffè e bevande contenenti caffeina.

Alimenti “NO”

  • Qualunque tipo di zucchero, anche miele, marmellate e cioccolato e quindi i dolci in generale
  • Latte latticini (eccezione può essere fatta in alcuni casi per yogurt e kefir)
  • Succhi di frutta e bibite zuccherate
  • Carne rossa e uova
  • Alimenti industriali
  • Evitare tè, caffè contenenti caffeina. Tisane con menta, perché stimola la secrezione gastrica
  • Alimenti difficili da digerire o acidi: agrumi, pomodoro, aceto, peperone crudo, cipolla cruda
  • Fritti
  • Spezie piccanti: pepe, peperoncino…
  • Sale raffinato
  • Alcol
  • Cibi verso cui si è allergici